Ricerca

A cura del Dr Maurizio D'Amelio, 11/02/2008

Sin dal 2005 , l’Associazione Cielo Azzurro ONLUS  è impegnata  nella promozione  della ricerca  nel campo delle affezioni vitreali, consapevole della complessità di questo studio per i numerosi problemi ancora irrisolti relativi ad un tessuto (Il vitreo) dalle caratteristiche così peculiari.

Negli ultimi due anni in particolare, l’Associazione si è impegnata a stimolare la creazione di programmi di ricerca specificamente mirati ad approfondire la conoscenza della struttura vitreale, ad oggi ancora non bene conosciuta, ed in subordine al reperimento di una cura non invasiva per le miodesopsie.

Pur essendo di giovane istituzione e di piccole dimensioni a livello organizzativo territoriale, è riuscita a compiere dei primi passi per sensibilizzare dei ricercatori dedicati a questo scopo, raggiungendo così dei soddisfacenti risultati che hanno permesso una fattiva collaborazione con un team di ricercatori del Dipartimento di Biochimica dell’Università di Catania e con alcuni ricercatori di un laboratorio di ricerca privato.

Sono state quindi identificate differenti linee di ricerca, volte principalmente ad approfondire la conoscenza della struttura vitreale, molto complessa e caratteristica rispetto ad altri tessuti, con un approccio multidisciplinare ovvero con un approccio mirato all’ampliamento dei campi di indagine.

INTRODUZIONE

Dalla necessità di rendere meno traumatica la vitrectomia ,un tempo chirurgico propedeutico nella riparazione delle lesioni retiniche, era partita la ricerca su sostanze ad attività enzimatica che favorissero la separazione del vitreo posteriore; a questo processo si era dato il nome di vitreolisi enzimatica.
Le sostanze candidate dovevano ottenere i due effetti contemporaneamente la liquefazione del gel e la deiscenza (ovvero l’apertura) dell’interfaccia vitreo-retinica, pena distacchi anomali con trazioni sulla retina laddove non fosse già esistente per patologia.

Diverse le sostanze studiate e ancora a livello sperimentale sono gli studi; ma nessuna di queste sostanze può ottenere singolarmente quanto richiesto per rimediare alle varie condizioni fisio- patologiche. E’ ipotizzabile un loro impiego in un prossimo futuro per il trattamento delle patologie vitreo-retiniche ma ad oggi non sono disponibili lavori, sull’utilizzo della vitreolisi enzimatica per il trattamento delle miodesopsie.

Le miodesopsie sono state considerate come epifenomeno di una condizione parafisiologica e involutiva ma l’evidenza che queste manifestazioni sono l’espressione di alterazioni strutturali di natura degenerativa stanno riconsiderando il ruolo della matrice extracellulare con i costituenti vitreali.

Generalmente si considera l’inizio delle alterazioni degenerative a carico delle componenti non- collagene della matrice extracellulare, considerate con funzione di spaziatori nella struttura tridimensionale del gel;il recente riscontro di una frammentazione focale di collagene al posto di una aggregazione di larghe fibrille nelle aree di transizione da vitreo sano a lacune suggerisce un meccanismo enzimatico piuttosto che meccanico come responsabile della rottura

Con le alterazioni degenerative, a carico dei costituenti macromolecolari del vitreo, si riscontra una perdita quanti/qualitativa del collagene tipo IX con funzione preventiva della aggregazione fibrillare;altri riscontri evidenziano,invece, il fenomeno della fusione indipendentemente dal contatto interfibrillare; lo stesso meccanismo viene invocato per l’alterazione della componente collagene della corticale vitreale che determina la deiscenza dell’adesione vitreoretinica ;pertanto si viene accreditando una proteolisi su base enzimatica alla base dei processi responsabili delle alterazioni strutturali vitreali,

Gli enzimi possono essere prodotti dalle poche cellule corticali (gli ialociti) o provenire dall’esterno, dalle cellule della base e dalla retina , o da una vascolarizzazione compromessa
dei tessuti contigui.

Gli enzimi coinvolti nella degradazione e rimodellamento dei tessuti connettivi attivi anche nel vitreo e sono: le metalloproteinasi ( MMPs ) , in particolare la MMP 9 e la MMP2 (quest’ultima sembra implicata nella liquefazione) e la plasmina che degrada costituenti collagene e non , e sembra attivare anche la MMP2 nel vitreo

Da quanto esposto le alterazioni strutturali osservate nel vitreo sarebbero la conseguenza di una destabilizzazione della matrice extracellulare mediata da enzimi degradativi;

Su questi e altri aspetti si sta focalizzando l’attenzione dei ricercatori per comprendere i complessi meccanismi che sottintendono la sinchisi e la sineresi;solo la conoscenza dei meccanismi fisio-patogenetici può permettere la messa a punto di strategie terapeutiche.

Attualmente le linee di ricerca concretizzate sono:

1) Studio enzimatico

2) Studio di biologia cellulare (in fase iniziale)

3) Osservazione di uno studio clinico di un nuovo strumento presso il policlinico Gemelli di Roma

4) Studio Epidemiologico